Introduzione a LEONARDI BIGOLLI PISANI Liber Abbaci, edidit E. Giusti adiuvante P. d'Alessandro, Firenze: Olschki, 2020

2. Sulla data della seconda edizione del Liber Abbaci

Una volta chiarita l'origine del nome Fibonacci, torniamo alle notizie sulla sua vita, notizie che provengono tutte dalle sue opere, in particolare dal Liber Abbaci. Come vedremo, esse pongono non pochi problemi di datazione.

Tutti i manoscritti conosciuti del Liber Abbaci sono concordi nel fissare la sua composizione al 1202. Meno certa, anche se finora ritenuta tale, la data del 1228 per la revisione dell'opera, data che troviamo solo in alcuni dei manoscritti, che pure, a quanto se ne sa, fanno tutti capo a questa revisione.[1] In effetti, un'analisi degli incipit dei manoscritti in questione fa sorgere qualche dubbio.

I codici che riportano le date di composizione sono nove, e precisamente quelli indicati nei Sigla codicum (vedi infra, § 6) con le lettere ABFGHNRSV. Di questi, B e N sono copie di G,[2] mentre H ha la prima carta in volgare. Gli altri sei si possono dividere in tre gruppi relativamente all'incipit:
FG: Incipit Liber Abbaci compositus a Leonardo filio[3] Bonaccii Pisano in anno MoCCoIIo
ARV: Incipit Liber Abbaci compositus a Leonardo filiorum Bonaccii Pisano in anno MoCCoIIo (1202 V) et correctus ab eodem XXVIII (28 V)[4]
S: Incipit abbacus Leonardi de domo filiorum Bonaccii Pisano compositus A. MoCCoIIo et correptus ab eodem A. MoCCoXXoVIIIo.
è assai probabile che la lezione dell'archetipo comune a tutti i codici sia quella tradita da ARV; infatti come si vedr à pi ù oltre AGV provengono da un comune antigrafo α, indipendente da R, e mal si spiegherebbe la comune aggiunta di una data, per di pi ù nella forma assai inconsueta tradita da ARV. D'altra parte, come si vede anche dagli incipit appena riportati, S tende a smussare le asperit à di linguaggio e pi ù volte inserisce parole o brevi frasi atte a rendere il testo pi ù comprensibile.

Un esempio lo abbiamo gi à nella prima parte: davanti a un termine piuttosto duro come filiorum, F e G scrivono filio (e G che aveva scritto filiorum corregge), mentre S aggiunge de domo che rende la frase pi ù scorrevole.

Lo stesso meccanismo governa la seconda parte dell'incipit: davanti a una frase come “ et correctus ab eodem XXVIII ” di difficile interpretazione, F e G la eliminano del tutto, mentre S interpreta XXVIII come una data e scrive come si deve “ et correptus ab eodem A. MoCCoXXoVIIIo ” .

Se le cose stanno cos ì , e cio è se l'archetipo aveva il testo tradito da ARV, la data 1228 appare quanto meno dubbia. Personalmente non ho mai visto una data scritta nella forma riportata da questi codici;[5] normalmente le date venivano scritte per esteso come in S e nelle altre opere datate di Leonardo, come la Pratica Geometrie:
Incipit pratica geometrie composita a Leonardo Pisano (Bigolosie) de filiis Bonaccii anno Mo CCo XXo,
e il Liber quadratorum:
Incipit liber quadratorum compositus a Leonardo Pisano Anno M CC XXV.
In conclusione, la data del 1228, a quanto si pu ò ricavare dall'esame dei manoscritti che la riportano, anche se non pu ò essere esclusa con assoluta certezza, non pu ò essere accettata in maniera acritica, e la cronologia che si basa su di essa deve essere considerata con molta cautela.
  • 1La prima edizione del 1202 è probabilmente perduta, con l'eccezione del capitolo 12, che ci è pervenuto in un unico manoscritto (vedi E. Giusti, The twelfth Chapter of Fibonacci's Liber Abaci in its 1202 Version, Bollettino di Storia delle Scienze Matematiche XXXVII (2017)).
  • 2Vedi infra, § 8.
  • 3In realtà G aveva filiorum, ma poi ‒rum è stato eraso lasciando filio.
  • 4H ha “corretto dal medesimo nel 28”.
  • 5Per la scrittura delle date in vari documenti si può vedere E. Ulivi, Maestri e scuole d'abaco a Firenze, Bollettino di Storia delle Scienze Matematiche XXIV (2005), pp. 43-91, in particolare le pp. 76-91.

Liber Abbaci

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